Descrizione
Aquario è in viaggio verso i cinquant’anni quando, nell’estate del 1969, gli americani si preparano a lanciare nello spazio tre uomini (due dei quali cammineranno sulla luna). Aquario attraversa un periodo difficile: ha bisogno di quattrini. Ha compiuto da giovane studi di ingegneria; da tempo è un romanziere di successo al quale non è mai stato accordato il rispetto che pensa di meritare. In compenso, del tutto ingiustamente secondo lui, l’hanno definito « il miglior giornalista d’America ». Gli propongono di descrivere in una serie di articoli – che diventeranno un libro – la preparazione, il lancio e il viaggio dell’Apollo 11. Aquario accetta: guadagnerà un mucchio di soldi (alcuni dicono addirittura un milione di dollari, e lui se ne compiace, sebbene sappia che saranno molto meno della metà). Aquario è Norman Mailer. Si è preso la libertà di scegliersi questo pseudonimo, per via del suo segno zodiacale: è nato il 31 gennaio 1923. È un nome ideale per un uomo che si accinge a studiare i razzi, e, con le preoccupazioni « così poco scientifiche » che lo turbano, parte per Houston e Cape Kennedy. Un fuoco sulla luna è il libro di Aquario-Mailer: una straripante meditazione, una cronaca metafisica, un lirico e puntiglioso reportage sull’avventura spaziale degli Stati Uniti, la descrizione in chiave di epica positiva e negativa dell’impresa. Houston, Cape Kennedy, l’allucinato paesaggio terrestre che preannuncia lo spazio, la banalità della vita quotidiana, i tic e le manie dell’uomo-massa che si mischiano con le fantastiche strutture della tecnologia interplanetaria costituiscono l’impatto iniziale per un osservatore lontano dalle interpretazioni trionfalistiche come dalle critiche contestatarie. Aquario-Mailer analizza gli shows degli ambigui « uomini dell’organizzazione » spaziale, la psicopatologia della folla annoiata e noiosa che pur vive spasmodicamente l’intensa vigilia dell’evento, contrapponendola all’Apollo 11, un missile che ha le dimensioni della Coventry Cathedral, trasportato lentamente fino alla pista di lancio e abbandonato, solitario, ad assimilare una miscela gelata di idrogeno liquido e ossigeno (la sua esplosione avrebbe la potenza di un test atomico). Osserva l’interno del modulo di comando (un grembo per un parto trigemino), ascolta e medita il singolare linguaggio degli astronauti (hanno dovuto inventarlo per comunicare fra loro), ne coglie l’intima psicologia competitiva, prevede una sorta di magia che incombe su questo e sui successivi Apollo, inventa parole nuove per situazioni nuove (per esempio: il verbo che designa l’atto di fare l’amore « senza peso e senza mani »). E di continuo, nella sua pirotecnica escursione, si pone le domande più umane: chi sono gli astronauti? perché dedicano la loro vita a un momentaneo viaggio sulla luna? quale molla interiore li spinge al grande salto nello spazio? Un fuoco sulla luna è il libro della maturità di Norman Mailer, un’autobiografica esibizione della problematica, dello stile e del gusto di un grande scrittore del nostro tempo messo a confronto con uno degli avvenimenti che, con tutta probabilità, è destinato a influenzare radicalmente il futuro dell’uomo.