Descrizione
L’8 agosto 1914, negli stessi giorni in cui scoppia la prima guerra mondiale, sir Ernest Shackleton, inglese, esploratore di fama mondiale, parte da Plymouth al comando della nave Endurance. La sua meta è il Continente bianco, l’Antartide. Le terre polari sono l’ultima frontiera delle esplorazioni terrestri: il Polo Sud era stato toccato per la prima volta dal norvegese Amundsen nel 1911, un mese prima del britannico Scott, morto nel viaggio di ritorno. Shackleton vuole cogliere l’ultimo primato: attraversare a piedi il continente antartico. Il suo sogno svanisce nel gennaio 1915: il ghiaccio si chiude come una morsa intorno alla nave, bloccandola e trascinandola per oltre duemila chilometri verso nordovest nella deriva del pack. A ottobre il ghiaccio distrugge l’Endurance: non resta che mettere in salvo poche provviste ed effetti personali e impiantare un accampamento, il “Campo Oceano”. Shackleton si sente responsabile della sorte dei 27 membri dell’equipaggio (e in più dei 60 cani da slitta, dei due maiali e del gatto di bordo, Mrs Chippy). Bisogna attendere il disgelo, e nel frattempo combattere lo scoramento e le tensioni che si insinuano nel cuore degli uomini. Nella difficile impresa di tenere unito l’equipaggio e di organizzarne la sopravvivenza Shackleton si rivela maestro: nell’aprile del 1916 riesce a condurre i suoi, a bordo delle tre scialuppe dell’Endurance, su un’isoletta sperduta, Elephant Island; poi prende con sé cinque marinai e raggiunge, dopo una rischiosissima traversata, la Georgia Australe; infine, il 30 agosto del 1916, al quarto tentativo, vince il pack a bordo di un rimorchiatore cileno e recupera gli uomini rimasti a Elephant Island. Due anni dopo, Shackleton affida la ricostruzione della sua avventura a un libro asciutto e memorabile: un libro che è finalmente arrivato il momento di riscoprire e di accogliere fra i grandi, appassionanti racconti di avventura del Novecento.