Descrizione
La «protesta» contro l’indifferenza per i problemi triestini dei vari governi succedutisi in Italia in questo dopoguerra è cominciata ufficialmente per Cecovini nel 1968, con la pubblicazione del suo Discorso di un triestino agli italiani. Otto anni più tardi, sulla scia di quella coraggiosa presa di posizione, ecco esplodere, in occasione del Trattato di Osimo, col quale venne ceduta alla Jugoslavia l’Istria veneta, portando il confine di Stato alle spalle di Trieste, l’incontenibile, anche se pacifica, rivolta triestina, che si riconoscerà nel movimento autonomista noto col popolare appellativo di Lista del Melone, oggetto di attenzioni, preoccupazioni, imitazioni, e fonte delle nuove aspirazioni autonomistiche che hanno sempre agitato e continuano ad agitare il nostro paese. In questa sua Trieste ribelle, Manlio Cecovini, che del movimento è stato uno dei maggiori protagonisti, ne narra la straordinaria vicenda «dal di dentro», ma con senso storicistico e finalità di obiettivazione, che mai indulgono nel giudizio sui fatti e le persone coinvolte, dando piena giustificazione di un fenomeno che, per la sua originalità non meno che per l’incredibile successo, sorprese ugualmente gli esperti politologhi e l’uomo della strada. In un paese di confuse diatribe politiche, qual è il nostro, la proposta del Melone, per la sua linearità e rigore logico, merita un’attenzione che va ben al di là della curiosità epidermica per i « fatti del giorno». È un insegnamento da meditare, del quale questo libro offre un’eccellente chiave di lettura.