Descrizione
“Nel viale d’accesso le erbacce nascondevano la ghiaia; un albero era caduto proprio di traverso e sebbene qualcuno avesse segato i rami per ricavarne legna da ardere, il tronco rimaneva ancora lì a dimostrare che per molte stagioni nessuna automobile si era avvicinata alla casa. Ogni passo riuscì familiare all’uomo barbuto che superava tutte le curve con cautela, come un estraneo. Era nato lì. Da bambino aveva giocato a nascondino tra le siepi e i cespugli: da ragazzo aveva portato la malinconia e la soavità del primo amore su e giù per il viale ombreggiato … ” L’uomo che si fa chiamare Jean-Louis Charlot ritorna nella casa di Saint Jean de Brinac dopo quattro anni di assenza. Con la liberazione della Francia, Parigi aveva ben poco da offrirgli – nessuna speranza di un lavoro o di un futuro. Istintivamente, Charlot percorre la strada per tornare a casa, come in tutta la Francia molti altri uomini stanno facendo; dai campi di prigionia, dai più remoti nascondigli, da luoghi stranieri. Ma Charlot sapeva che ci sarebbero state persone estranee nella vecchia casa e che quel momento di panico vissuto in passato gli era costato per sempre il diritto di poterla ancora chiamare sua. Graham Greene ha scritto Il decimo uomo nel 1944, quando aveva un contratto con la Metro Goldwyn-Mayer e il manoscritto è rimasto negli archivi della MGM fino al 1983, completamente dimenticato. Viene ora pubblicato per la prima volta, e sarà per i molti lettori di Greene una splendida rivelazione, avvicinabile alle ormai classiche storie di Greene degli anni Quaranta.